Giuseppina e Albina Coroneo, due sorelle artiste-artigiane
Dotate di un talento naturale, raggiunsero senza cercarla una notorietà alla quale non mancarono neppure riconoscimenti e segnalazioni a livello nazionale ma, a causa della loro estrema riservatezza, si mantennero fermamente lontane dal frastuono della popolarità.
Poco interessate ad apparire tantomeno ambivano al riconoscimento in ambito artistico. Ritrosia, unita al completo disinteresse per l’attività a fini di lucro, le loro opere risultano ancora quasi sconosciute e non godono dell’attenzione e considerazione che invece meritano.
Capaci di incantare il pubblico delle mostre e suscitare il vivace interesse persino di artisti affermati, Giuseppina e Albina Coroneo nascono a Cagliari sul finire dell’Ottocento. Prima e secondogenita dei sei figli di una famiglia benestante, hanno abitato dapprima in Castello e poi nel popolare quartiere della Marina, nei pressi del vecchio mercato, oggi distrutto.
Diplomate alla scuola superiore, fatto raro per l’epoca, pur non avendo compiuto studi artistici specifici, fin da giovanissime si divertono a disegnare figurini di moda, ricami, arazzi, pupazzi e oggetti per la casa.
Vissero e lavorarono per tutta la vita insieme. Condivisero, da signorine, la casa e il lavoro dando vita a un universo di complicità in cui si è sviluppata tutta la loro originale fantasia.
Un’espressione artistica apparentemente semplice, maturata tra le modeste attività femminili svolte nella quotidianità domestica: carte colorate, ritagli di panno, scampoli di stoffa, ago e filo, che tra le loro abili mani diventavano materia per invenzioni fatte di figure e racconti.
Due donne che si dichiaravano semplici, certamente molto sensibili, che incuranti dei giudizi lusinghieri espressi su di loro da ammiratori d’eccezione quali Giuseppe Biasi, Eugenio Tavolara, Ubaldo Badas, Nicola Valle, Gio Ponti, Ugo Ojetti, si considerarono sempre soltanto «modeste artefici d’ago e di carte colorate», delle artiste-artigiane.
Eppure sono state creatrici straordinarie. Capaci di declinare la loro immaginazione verso ambiti diversi, mostrando di saper alternare registri stilistici ed espressivi distanti.
Un numero che raccoglie due novelle di Giuseppina Coroneo, pubblicate originariamente sulla rivista mensile illustrata Tutto tra il 1920 e il 1921, che, come scrive lo storico dell’Arte Marco Peri nella prefazione, “attestano un profilo culturale sorprendente, per una giovane donna del suo tempo. I contenuti insoliti, originali e persino esotici … rivelano un tratto fondamentale della sua personalità, che sarà successivamente confermato nel corso degli anni, ovvero una curiosità intellettuale che le consente di muoversi con disinvoltura tra registri stilistici differenti”. Grazie a Sardus Paper c’è la possibilità di scoprire aspetti inediti dell’opera di Giuseppina Coroneo che, unitamente alla sorella Albina con la quale condivise parte del suo percorso artistico, furono definite dal critico Nicola Valle: «due artiste gentili ed oscure, che nella loro esistenza modesta provano un ostinato piacere a circondarsi di silenzio». Le informazione sulle modalità di abbonamento e di acquisto dei singoli numeri sono, come sempre, disponibili sul sito dell’ Editore Nardini. |
“Le oramai note gallinelle sarde sono in realtà pavoni” dice Antonello Cuccu, della Fondazione Illisso che ha curato il catalogo “Coroneo. L’opera di due sorelle artiste artigiane” del 2009 “un simbolo sacro di reincarnazione e di vita eterna (Araba Fenice), immagine stessa di regalità (corona/cresta, coda/strascico). La coppia di pavoni affrontati” continua Cuccu “testimonia del riflesso, della specularità: caratteristiche intrinseche alla donna”. Mentre il cuore, nella forma con la coda che richiama gli ex-voto “rappresenta, con diverse variazioni, il “cuore con la fiamma”, ovvero il cuore da cui prendono origine foglie, frutti, spesso una croce (copula mundi), un involucro, un seme capace di gemmare dal di dentro nuova vita”. |
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Coroneo. L’opera di due sorelle artiste artigiane
Marco Peri, presentazione di Vittorio Sgarbi.
2009, ILISSO edizioni
Marco Peri, presentazione di Vittorio Sgarbi.
2009, ILISSO edizioni

Dopo anni di ricerche, ecco il primo studio monografico sull'opera ad oggi poco conosciuta di Giuseppina e Albina Coroneo: straordinarie quanto appartate sorelle che del design e dell'espressione artistica consegnarono una variante di sorprendente eleganza formale e insospettata modernità. Fortemente apprezzate dal critico e storico dell'arte Vittorio Sgarbi - che firma il testo introduttivo - furono le protagoniste dello scenario artistico del XX secolo; amatissime da Gio Ponti, che ne ha pubblicato i lavori sulle prestigiose riviste Domus e Stile; portate a esempio da Eugenio Tavolara; presenti nelle grandi esposizioni nazionali, la loro ricerca, così come il volume a esse dedicato, è divisa in due parti. Sintesi, grazia, poeticità di dettagli e forme negli esordi, anni Venti e Trenta, a proseguire il fluido sintetismo Dèco; silenzio, stacco, crollo creativo nella violenta interruzione imposta dalla seconda guerra mondiale, dopo la quale non possono più esistere certezze se non solitudine e senso di tragedia per la fragile condizione umana. "Bellezza" prima e "morte della bellezza" dopo: amara e drastica riflessione che farà dire a Sgarbi: «Non si scherza, con i "pupazzi" delle sorelle Coroneo».